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Acqua virtuale: che cos'è e quanta ne consumiamo?

21 marzo 2019

Per la Giornata Mondiale dell'Acqua, parliamo del consumo di acqua virtuale, concetto poco conosciuto ma molto importante

By Andrea Casalone

L'acqua come diritto umano fondamentale: con questo motto si celebra quest’anno la Giornata Mondiale dell’Acqua il 22 marzo 2019. Per questa ricorrenza, dedichiamo un breve approfondimento ad un concetto correlato, meno conosciuto ma non meno importante: l’acqua virtuale.

ʱacqua virtuale si intende la quantità d’acqua necessaria per la produzione di un alimento o qualsiasi altro bene di consumo, il volume d’acqua dolce utilizzato nelle fasi di coltivazione, produzione e/o commercializzazione. Il concetto di acqua virtuale è stato introdotto per la prima volta nel 1993 da John Tony Allan, professore del King's College London e - dopo quasi 30 anni di ricerca - è diventata una grandezza di riferimento unica ed univoca. Talvolta viene associata al concetto di impronta idrica di un bene, che si applica per prodotti anche molto diversi fra loro e torna quindi utile come parametro di confronto per valutarne i consumi, i flussi e le variazioni temporali. La maggior parte della ricerca si è concentrata soprattutto sul settore alimentare, dove è stato stimato venga consumato circa il 90% dell’acqua virtuale.

È un concetto nascosto, non evidente e spesso invisibile: se da un lato sta aumentando la consapevolezza e l’attenzione verso il consumo domestico d’acqua giornaliero (stimato intorno ai 175 litri per persona) anche da parte dei media o delle aziende grazie a campagne di sensibilizzazione, dall’altro lato c’è scarsissima consapevolezza sulla quantità di acqua virtuale consumata. Si stima che questa sia pari a 4400 litri al giorno come media globale a persona, con picchi negli Stati Uniti fino a 8000 litri, quindi dalle 25 alle 45 volte maggiore rispetto a quanto consumato in maniera diretta in casa.

Diversi fattori influiscono sulla stima di acqua virtuale per la produzione di un bene: il luogo in cui questo è stato prodotto, il clima, le pratiche agricole, il tipo di suolo e i fertilizzanti utilizzati, il metodo di coltivazione e produzione agricola o industriale, la stagionalità, da dove provengono le materie prime, come queste vengono trattate e processate. Nel grafico seguente sono riportati alcuni dei principali beni di consumo e la quantità di acqua virtuale consumata nel processo, come media stimata a livello globale in litri:

Grafico 1

Il commercio internazionale di ogni prodotto, in particolare di cibo, è quindi parallelamente anche uno scambio di acqua virtuale, che implica un trasferimento virtuale di risorse idriche dal luogo di produzione al luogo di consumo. 

L’Italia è al decimo posto fra i paesi importatori, con un volume stimato di 64.3∙109 m3 di acqua virtuale importata ed una crescita negli ultimi 20 anni dell’80%, attualmente pari a circa due volte il volume annuo del Po.

Sul commercio globale di acqua virtuale alcuni prodotti incidono significativamente più di altri: il grano pesa sul totale per il 30%, poi soia e riso rispettivamente con il 17% e 15%. Analisi più approfondite (Konar et al., 2011) sono quindi state condotte considerando cinque materie prime: orzo, grano, riso, soia e farina e tre prodotti di origine animale: maiale, manzo e pollo. Questi otto beni alimentari contribuiscono a circa il 60% del consumo globale di calorie.

Il grafico sottostante riporta le nazioni come nodi della rete, mentre i collegamenti individuano il flusso di import/export di acqua virtuale per questi otto alimenti, con direzione che va dai paesi che esportano a quelli che importano acqua virtuale.

Grafico 2: Flusso globale import/export di acqua virtuale (Water Trade Network) (Konar et al., 2011).

La maggior parte dei paesi importa grandi quantità di acqua e sono poche le nazioni con esportazioni nette positive. Asia, Africa ed Europa sono continenti importatori, mentre Nord e Sud America e Oceania sono tendenzialmente esportatori di acqua virtuale; l’Asia è il maggior importatore, ma il 77% degli scambi avviene internamente, mentre l’Europa importa solo 137 × 109 m3 annui, ma diventa il maggiore per import netto se il valore viene scalato pro capite (0.34 × 109 m3).

Il 50% del commercio totale di acqua virtuale avviene dal Nord America all’Asia ed in particolare si nota subito come il flusso più importante vada dagli USA al Giappone, con un volume annuo di acqua virtuale esportata di 29.2 × 109 m3 annui, pari a circa il 5% dell’intera rete globale.

Si evince che il 7% circa della popolazione mondiale controlla il flusso netto di acqua esportata: il 50% dei flussi si muove su poco più dell’1% dei collegamenti. Di conseguenza la rete si globalizza ma in modo eterogeneo, con la maggior parte dei paesi marginalizzata alla periferia della rete, mentre un piccolo gruppo di paesi ricchi scambia e controlla la maggioranza delle risorse idriche. Circa 1.2 miliardi di persone vive in area con scarsità idrica cronica e 2 miliardi con periodi di carenza idrica ogni anno: per questo è fondamentale comprendere e approfondire sia il consumo di acqua virtuale nascosto dietro ogni bene, sia i flussi globali.

Il Sustainable Development Goal 6 è chiaro: acqua per tutti entro il 2030. Ma quanto è efficiente la gestione delle risorse idriche? Quanto è equo il commercio dell’acqua? Sono tematiche che coinvolgono tutti, con diverse prospettive, piani di lettura ed implicazioni: a livello di scelte etiche ed abitudini individuali nel quotidiano; a livello aziendale, come strumento per le industrie per distinguersi e puntare ad azioni di riduzione dell’impatto ambientale; infine a livello globale, come tema di importanza geopolitica anche per incentivare politiche di sostenibilità e contrasto al cambiamento climatico.

Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso.” (José Ortega y Gasset)

Fonti

Konar et al., 2011 - Water for food: The global virtual water trade network

Hoekstra et al., 2002 - A quantification of virtual water flows between nations

http://thewaterweeat.com/

https://www.earthmagazine.org/article/virtual-water-tracking-unseen-water-goods-and-resources

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