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Le stazioni di servizio del futuro? Saranno multi-service

14 dicembre 2020

di Marialucilla Iaquinta

Come cogliere l’opportunità di passare da un modello di business incentrato sul veicolo ad uno incentrato sul cliente

La stazione di servizio del futuro: una convergenza tra veicoli a combustibili alternativi, tecnologia green e industria Oil&Gas

Stiamo vivendo nell’epoca smart che coinvolge tutti i settori, tecnologici e non, con uno scenario che vede cambiamenti negli stili di vita dei consumatori e nella mobilità. 

Ciò si aggiunge al fatto che, negli ultimi anni, la richiesta di riduzione delle emissioni inquinanti da parte dei cittadini è nettamente aumentata. Questa incessante pressione dell'opinione pubblica ha portato alla nascita di politiche pubbliche e strategie governative e industriali volte a ridurre l'inquinamento causato dai veicoli alimentati da combustibili fossili, per cui lo sviluppo di veicoli ad alimentazione alternativa stanno assumendo un ruolo sempre più preminente.

L’evoluzione tecnologica consente di credere sempre più in mezzi che oltre ad essere elettrici, possano ricorrere a combustili alternativi, come l’idrogeno, LNG (Liquified natural gas), GNC (Compressed Natual Gas), mantenendo sempre prestazioni elevate.

Inoltre, i consumatori sono diventati sempre più esigenti, richiedendo servizi e/o prodotti che siano di qualità, di veloce fruibilità, convenienti e personalizzabili.

Questi fattori sottolineano l’esigenza di un’evoluzione per il business della vendita al dettaglio di carburanti. Si tratta infatti di un momento storico importante e delicato, che vede le aziende del settore Oil&Gas affrontare un cambiamento epocale e la necessità di progettare un nuovo futuro, per sé e per le comunità in cui operano. Quale sarà dunque il loro ruolo in questa rivoluzione?

Anche se non sappiamo esattamente quando e come i veicoli a combustibili alternativi sostituiranno il tradizionale motore a combustione, possiamo ricordare che:

  • ­azioni governative si sono già mosse per promuovere l’adozione di auto elettriche, come ad esempio l’Inghilterra ha prescritto che entro il 2040 tutte le nuove auto e furgoni dovranno essere ad emissioni 0 (con le intenzioni di voler anticipare la deadline al 2030), in Norvegia già oltre il 50% delle auto vendute è di tipo elettrico.
  • ­Lo sviluppo tecnologico consente di avere delle migliori rese delle batterie, i tempi di ricarica diventano sempre più contenuti e si lavora anche sul reimpiego delle batterie a fine vita utile (risvolto ambientale non trascurabile). Questo consente di ipotizzare che 1/3 dei nuovi veicoli entro il 2030 potrà essere elettrico o ibrido.
  • ­combustibili alternativi, che si svincolano dal ricorso petrolio, sono sempre più oggetto di ricerca e sviluppo. In Italia, ad esempio, grosse società del settore Oil&Gas stanno puntando sulla diffusione dell’idrogeno (idrogeno verde).

Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, ha affermato: “Grazie alla posizione geografica, alla forza del settore manifatturiero ed energetico e a una capillare rete di trasporto gas, il nostro Paese ha le potenzialità per diventare un hub continentale dell'idrogeno verde e un ponte infrastrutturale con il Nord Africa, assumendo un ruolo importante nella Hydrogen Strategy europea”.

Stiamo assistendo, di fatto, ad una rapida evoluzione che sta portando il settore Oil&Gas a delle profonde trasformazioni.

Quali sonon i prossimi step?

Se da un lato i veicoli elettrici diventano sempre più protagonisti della scena, dall’altro le stazioni di rifornimento tradizionali diventeranno sempre meno fruibili, finché forse non saranno più necessarie. Immaginiamo migliaia di stazioni di servizio abbandonate in tutto il mondo. La tecnologia, i materiali di costruzione, i rifiuti e il carburante residuo. Come possiamo mitigare questi sprechi mentre ci evolviamo e adattiamo ai nostri futuri bisogni di sostenibilità?

Una delle soluzioni praticabili potrebbe essere la stazione di servizio multi-service.

L’attuale configurazione tipica dei punti di rifornimento, che include anche la vendita di prodotti connessi all’auto e piccoli shop non è più profittevole, quantomeno pare non lo sarà nel prossimo futuro, di conseguenza sembrerebbe doveroso puntare anche su nuovi settori.

Appare, dunque, importante passare da un modello di business incentrato sul veicolo ad uno incentrato sul cliente - per cogliere nuove opportunità.

È possibile pensare di convertire e/o integrare solo alcuni dei punti vendita con servizi alternativi e lasciarne altri più tradizionali.

Non si dimentichi che i punti vendita carburante hanno spesso delle posizioni geografiche strategiche, quindi una riconversione dei servizi offerti o un ampliamento delle proposte potrebbe essere sicuramente una strategia vincente.

Queste integrazioni potrebbero permettere il riutilizzo della stazione esistente, oltre che fornire alle aziende del settore Oil&Gas l’opportunità di entrare in un mercato in rapida evoluzione.

Scoperte e ostacoli

Recentemente le tecnologie che si occupano dello sviluppo delle batterie per auto elettriche hanno attirato ingenti investimenti e sperimentato progressi significativi. Ad esempio, aziende come Tesla Motors e Panasonic stanno lavorando a una batteria elettrica per competere con la gamma di veicoli a combustibili fossili. Questo è solo un altro segno che, a quanto pare, è arrivato il momento di sostituire i motori a combustione con le batterie ricaricabili. Ma quali sono gli ostacoli a questo cambiamento?

  • Limite temporale: la portata massima di una Tesla Model S è di circa 652 chilometri. È una distanza ragionevole, ma “l’ansia da limite temporale" della maggior parte degli automobilisti presenta ancora un problema per gli esperti del settore. A nessuno piace rimanere senza batteria!
  • Tempo di ricarica: nonostante si stia lavorando per garantire dei tempi di ricarica paragonabili al tempo per alimentare un veicolo tradizionale, mediamente il tempo di ricarica delle auto elettriche è ancora considerato scomodo dalla maggior parte delle persone.
  • Costo: un veicolo Tesla può costare oltre 80.000 Euro, un costo notevole rispetto a un veicolo a benzina equivalente. E questa cifra non comprende i costi operativi.

Qualche esempio di cosa potrebbero offrire delle stazioni di servizio multi-service?

  • Spazi coworking per meeting veloci;
  • Lounge per un breve relax;
  • Market di prodotti freschi e di qualità a km 0;
  • Aree servizi per le auto e zone parcheggio per consentire all’utente di svolgere anche altri servizi.

Un punto di svolta per il settore

Quali potrebbero essere, dunque, le principali opportunità per le compagnie petrolifere che parteciperanno attivamente al processo di trasformazione delle stazioni di distribuzione?

  1. Anzitutto, potrebbero mantenere un ruolo chiave in un mercato energetico in continua evoluzione;
  2. Si creerebbero delle integrazioni e sinergie preziose, in un mercato che vede la crescente convergenza di servizi diversi;
  3. Ci sarebbe un ritorno positivo in termini di reputazione come società sostenibili e innovative;
  4. Si posizionerebbero come società competitive nell’ambito dell’energia sostenibile;
  5. Avrebbero più facilità di accesso a finanziamenti pubblici e progetti di compensazione ambientale.

Trasformare le stazioni di rifornimento in stazioni multi-service è un’opportunità per tutti. Oltre a dare nuova vita a punti vendita altrimenti obsoleti o dismessi, le compagnie petrolifere avrebbero un’ulteriore modalità di partecipazione attiva ad un processo di trasformazione energetica che tocca da vicino il loro core business e riguarda il futuro di tutti.

Per maggiori informazioni sui servizi di 鶹ý nel settore Oil&Gas ed energetico contattare: direzione.commerciale@stantec.com

  • Marialucilla Iaquinta

    Marialucilla, Energy Technical Specialist, è parte del team Energy di 鶹ý in Italia dal 2017 e lavora nel mondo delle energie rinnovabili, efficienza energetica e sostenibilità.

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