Grandi eventi sportivi e giochi olimpici: occasione di rigenerazione urbana
24 giugno 2020
24 giugno 2020
I grandi eventi sportivi da sempre sono occasione di visibilità internazionale e di impulso all’economia
I grandi eventi sportivi e ricreativi sono un’opportunità unica per le località ospitanti di farsi conoscere e apprezzare in tutto il mondo e divengono, dunque, motore di riqualificazione ed ammodernamento delle città.
In un contesto in cui il concetto di “città sostenibile” acquista sempre più significato, anche grazie alla presenza di team multidisciplinari che collaborano nei grandi progetti di ricucitura urbana (si pensi al bando internazionale Reinventing Cities), Milano Cortina 2026 rappresenta una grande opportunità di rinascita degli spazi urbani.
Questa opportunità troverà spazio solo attraverso una politica (intesa come “strategia delle scelte” che coinvolge tutti gli attori del processo) che, in questo evento eccezionale, voglia lasciare un segno nei territori e le comunità coinvolte, promuovendo e praticando nella progettazione criteri di sostenibilità economica, ambientale, sociale e di resilienza. Condividiamo in questo articolo alcuni di questi criteri chiave.
Restituire una risorsa preziosa come lo spazio pubblico ai cittadini, avendo il coraggio di sottrarne un po’ a macchine e motorini. Aumentare e ridistribuire sul territorio (in un’ottica policentrica e di equità sociale) parchi, piazze, servizi per cittadini. Restituire lo spazio pubblico primariamente a chi, spostandosi a piedi, in bici e coi mezzi pubblici, ha la minore impronta ecologica. Conditio sine qua non sarà il ripensare e rafforzare la mobilità condivisa ed il trasporto pubblico in un momento in cui entrambi sono stati messi in discussione dal COVID 19 e dall’obbligo di distanziamento sociale.
Preferire la riconversione al consumo di suolo, ripensando all’uso di aree depresse o dismesse e, ancora, riqualificando siti critici sotto l’aspetto ambientale, rispondendo ai bisogni delle comunità coinvolte. Migliorare, così, la qualità della vita, la salute, il benessere delle comunità interessate direttamente o indirettamente dai progetti. Questo vale sia per i luoghi adibiti agli eventi olimpici principali sia per quelli destinati agli eventi satellite o di supporto (es. luoghi per l’intrattenimento, spazi pubblici, centri culturali, strutture recettive).
Un esempio? Il progetto Clareview Community Recreation Centre del team canadese di 鶹ý, che ha visto la riqualificazione di un’area dismessa in spazio per eventi sportivi internazionali, all’interno del nuovo master plan della città.
Creare strutture e spazi (pubblici e privati) “ibridi” dove vengono erogati servizi di diversa natura secondo un timing giornaliero, in modo da rispondere in modo più flessibile e adattivo all’esigenza di fruitori esterni e cittadini.
Pensare a questi stessi spazi per fasce d’età molto diverse, con occasioni di aggregazione e programmi culturali, servizi di welfare, spazi per la ristorazione nelle diverse ore del giorno. Incentivare, così, un ampio uso (sia in termini spaziali che temporali) di questi luoghi favorendo una percezione di sicurezza ed incoraggiandone dunque l’uso da parte di tutti.
Spazi così pensati, invitano le comunità in cui si collocano ad essere maggiormente ricettive ed interagenti facilitando percorsi di costruzione del tessuto sociale e uso urbano.
Progettare spazi funzionali, ma anche simbolici ed emozionali, che ricerchino un valore nelle scelte estetiche. Spazi iconici dunque che, nei quartieri centrali come nelle periferie urbane, producano un nuovo senso di appartenenza ad una comunità, partecipazione ed inclusione sociale.
E ancora, favorire la partecipazione delle comunità nelle fasi di progettazione (ma anche di utilizzo). Creare poi anche le condizioni per il finanziamento collettivo (crowdfunding) da parte di reti associative, cooperative di comunità, iniziative locali.
Pensare ad una distribuzione degli impatti, positivi come negativi, portati dall’evento, ad esempio spostando l’attenzione verso i luoghi che circondano la città. Eventi artistici, culturali, sportivi che possano diventare occasione di collante tra città e periferia. Questo per evitare l’avverarsi di quanto descritto da Dansero (Dansero e Segre 2002): “Il Grande Evento è un cataclisma naturale […] che si abbatte sulle città ospiti e sui loro territori, sconvolgendo la vita dei loro abitanti e lasciando spesso segni duraturi nel paesaggio e nella società locale.”
La recente esperienza del COVID-19 ed i nuovi modi di esperire i luoghi del vivere (pubblici, privati, familiari, lavorativi, del tempo libero) che ne sono derivati, possono dare una spinta ancora maggiore verso una progettazione votata alla profonda rigenerazione degli spazi direttamente o indirettamente coinvolti dall’evento olimpico o di altro tipo.
Una delle maggiori sfide sarà quella di ripensare agli spazi e servizi pubblici, dimenticando i minimi funzionali ed i condizionatori e riscoprendo una progettazione fatta di luce ed aria, disincentivando l’uso degli ascensori creando ampie scale e funzioni diffuse, diminuendo le aree prettamente residenziali-terziarie e costellando i quartieri di servizi che sappiano rispondere al desiderio di uso dello spazio pubblico.
Lo sport è una metafora di salute e benessere ma anche di determinazione, coraggio e lavoro di gruppo.
Sarebbe un grande riconoscimento per l’Italia che tutti ricordassero le prossime Olimpiadi non come uno strumento di marketing territoriale, ma di rigenerazione urbana; che si voglia e possa comunicare non solo la grandiosità dell’evento, ma anche il forte investimento (di tutti gli attori) in una sostenibilità di ampio respiro che migliori realmente la qualità della vita di tutti noi.
Stantec ha contribuito a numerosi progetti internazionali legati a infrastrutture ed eventi ricreativi e sportivi, tra cui Giochi Olimpici, offrendo servizi di project e program management, oltre che di ingegneria e architettura. Eccone alcuni esempi: