La tutela dell’ambiente entra nella Costituzione
10 febbraio 2022
10 febbraio 2022
Finalmente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e degli animali entrano tra i principi fondamentali della Costituzione
La Camera ha approvato definitivamente la proposta di legge che inserisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Carte Costituzionale italiana. Si tratta di una svolta importantissima per il nostro Paese.
Ma quali sono nel concreto le modifiche che sono state apportate agli articoli 9 e 41 della Carta?
Per quanto riguarda l’articolo 9, che fa parte degli articoli “fondamentali” della Costituzione e dice «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», significa che al testo viene aggiunta una specifica in più, ovvero «la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni» e inoltre, «la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Per la prima volta, viene introdotto nella Costituzione il riferimento agli animali. È una novità importantissima, che segue l’orientamento della normativa europea. Infatti, l’art. 13 del Trattato sul Funzionamento dell’UE precisa che: «[…] l’Unione e gli Stati Membri devono, poiché gli animali sono esseri senzienti, porre attenzione totale alle necessità degli animali, sempre rispettando i provvedimenti amministrativi e legislativi degli Stati Membri relativi in particolare ai riti religiosi, tradizioni culturali ed eredità regionali». L’importanza di questa norma consiste nel riconoscere dignità agli animali che non vengono più considerati alla stregua di cose.
Il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha commentato così l’approvazione della legge: “Penso che sia una giornata epocale. È giusto che la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi diventi un valore fondante della nostra Repubblica, è un passaggio imprescindibile per un Paese come l’Italia che sta affrontando la propria transizione ecologica. Per le azioni che facciamo oggi e per le conseguenze che ci saranno in futuro sulle prossime generazioni, questa conquista è fondamentale e ci permette di avere regole ben definite per proteggere il nostro pianeta”.
L’articolo 41, invece, stabilisce che «l’iniziativa economica privata è libera». Specificando però che questa «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». I due nuovi limiti introdotti dalla riforma rispetto alla legge vigente riguardano il divieto di non recare danno anche “alla salute” e “all’ambiente”. La legge determina anche i programmi e i controlli opportuni «perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali» e ora, recita l’articolo, anche «ambientali».
È una grande conquista per l’Italia, che si allinea così agli altri Paesi, che già da anni prevedono la tutela ambientale tra i principi fondanti della legge, tra cui Spagna, che l’ha inclusa dal 1978, Germania e Francia. Il prossimo passo importante sarà senz’altro definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia. Il nuovo assetto costituzionale rafforza significativamente il principio della DzٱԾà, fin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza. E crea il presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività anche economiche.