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Cantiere ambiente: tra le novità il green manager e il Commissario per il dissesto idrogeologico

23 luglio 2019

Qualche dato sul rischio idrogeologico in Italia e i possibili sviluppi futuri legati al nuovo disegno di legge

By Giuseppe Crimi

Come è noto, l’Italia è un paese ad alto rischio per quanto concerne il  dissesto idrogeologico. Tra le diverse calamità che colpiscono il nostro paese, frane e alluvioni sono quelle destano maggiore attenzione e preoccupazione. La sicurezza del  territorio dovrebbe ricoprire un ruolo prioritario, sia per l’economia che per la salvaguardia delle persone e dell’ambiente. Inoltre, è importante definire che il rischio idraulico è definito in maniera quantitativa come  R= DxP.

  • P è la pericolosità idraulica
  • D è il danno potenzialmente arrecato

La classificazione del danno è in funzione del grado di urbanizzazione, della maggiore o minore concentrazione di beni esposti ad elevato valore sociale ed economico. Pertanto, il danno viene esplicitato come il prodotto tra gli Elementi a rischio E la la loro vulnerabilità V.

Perciò, la scrittura finale del rischio sarà:

R= P x E x V

È importante non confondere pericolosità con rischio. Un’area può essere molto pericolosa per le alluvioni, ma avere un rischio basso poiché nell’area non ci sono elementi esposti che possono essere danneggiati dall’alluvione.

Figura 1: Comune di Craco, Italia.

A dirlo sono i dati mappati dall’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale (ISPRA), contenuti nel . In nove Regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) il 100% dei comuni è a rischio. L'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%.

Figura 2: Principali risultati Rapporto Dissesto del 2018 dell'ISPRA.

In quest’ottica, nell’aprile 2019, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il disegno di Legge “Cantiere Ambiente”, contenente tutte le misure per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, che è stato approvato in via definitiva dallo stesso Consiglio dei Ministri nel mese di giugno.

Entrando più nel dettaglio, ecco quali sono le novità introdotte dal disegno Cantiere Ambiente. Come prima cosa, i Presidenti delle singole Regioni saranno designati come Commissari contro il dissesto idrogeologico, mansione con poteri speciali, che permetterà loro di predisporre un programma d’azione triennale per la salvaguardia del territorio, nel quale si dovrà indicare, anno per anno, i comuni ed i territori coinvolti, gli interventi tecnici e la stima dei costi.

Gli interventi del Programma sono connessi a:

  • Difesa, sistemazioni e regolazione degli alvei fluviali
  • Attenuazione delle piene
  • Stabilità dei versanti e aree instabili
  • Protezione costiera e salvaguardia della linea di costa
  • Gestione del rischio

I Commissari, tra l’altro, potranno anche avvalersi dei NOS (Nuclei Operativi di Supporto), gruppi specifici di esperti individuati dai Commissari Stessi, dal Ministero dell’Ambiente e da Sogesid SpA, la società di ingegneria e di assistenza tecnica «in house providing» del Ministero, il cui capitale sociale è pubblico e interamente detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per quanto riguarda le risorse, sono stati stanziati 105 milioni di euro per il triennio 2019/2021, provenienti dalla Leggi di Bilancio del 2014 e 2016. L’assegnazione delle risorse verrà definito dai Ministri dell’Ambiente e dell’Economia. Uno degli aspetti più innovativi è la nascita nelle PP.AA della figura del “Green Manager”, il quale avrà il compito di assicurare l’attuazione di tutte le politiche ambientali, con particolare riferimento ai piani di mobilità sostenibile, efficienza energetica, riduzione degli imballaggi  e raccolta differenziate dei rifiuti. Tale provvedimento consentirà di spendere i 6,5 miliardi di euro che fanno parte del Piano Marshall per il dissesto idrogeologico, rendendo molto più fluide tutte le questioni burocratiche, passaggi amministrativi e soprattutto di sostenere le regioni programmando interventi ciclici per la salvaguardia del nostro territorio.

Ha affermato il Ministro Costa, in occasione dell’approvazione del ddl da parte del Consiglio dei Ministri: “Adesso non ci sono più alibi: bisogna rafforzare gli argini, proteggere le città, mitigare il dissesto. Affinché non ci siano più emergenze. Serve un’azione coordinata e veloce anche perché a causa del cambiamento climatico i fenomeni piovosi sono sempre più violenti e repentini. Non possiamo vivere in balia del meteo. Dobbiamo agire subito e finalmente c’è lo strumento giusto. Adesso spero che il Parlamento approvi il provvedimento nel minor tempo possibile”.

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