5 lezioni che forse non ti hanno insegnato alla facoltà di ingegneria
26 agosto 2019
26 agosto 2019
Qualche consiglio pratico per aiutare gli aspiranti ingegneri ad aumentare la propria autostima, lavorare su progetti stimolanti e sviluppare solide relazioni con i clienti
Sono ingegnere da oltre 25 anni. Nel corso della mia carriera ho imparato molte preziose lezioni che non mi sono state insegnate alla facoltà di ingegneria. Ora, cerco di condividerle il più possibile con le persone che si affacciano a questa realtà lavorativa. Recentemente ho parlato con un gruppo di nuovi ingegneri che hanno ricevuto la loro iscrizione all'albo in occasione di un evento per ingegneri professionisti dell'Ontario (PEO) a Waterloo. Ho colto l'opportunità di dare qualcosa in cambio all’azienda e fornire ai nuovi ingegneri una consulenza sugli elementi veramente importanti nel lavoro. In particolare, ho sottolineato questo aspetto importante: puoi eccellere come ingegnere se sei in grado di guardare oltre i numeri del tuo progetto. È fondamentale comprendere l’importanza del contesto, oltre che rendere la comunicazione sempre chiara e trasparente.
Ho cercato di riassumere questi concetti in cinque pillole che forse non si imparano alla facoltà di ingegneria. Per intraprendere una carriera di successo, suggerisco di tenerli sempre bene in mente:
Quando inizi un progetto, devi porti delle domande che potrebbero sembrare banali, ma sono fondamentali: cosa ti viene chiesto di fare? Il tuo lavoro è in linea con le esigenze del cliente?
A volte, gli ingegneri si tuffano a capofitto in un progetto, concentrandosi solo su quello che hanno davanti, ma senza capire il contorno. C’è sempre tempo per l’azione, ma prima di mettere il turbo è utile fare un ragionamento sensato e onnicomprensivo, calando il progetto nel giusto contesto. Come ho sentito dire da altri ingegneri: "Non c'è niente di peggio di una soluzione eccezionale al problema sbagliato". Ascolta davvero ciò che vuole il cliente e ciò di cui ha bisogno. Fai domande se non ne sei sicuro. Capisci cosa è importante e quali sono i desideri del cliente.
Una volta calato il tuo progetto nel giusto contesto, prenditi un minuto per fare un passo indietro e pensare. Non c'è bisogno di passare un'eternità a rimuginare, ma prenditi un momento per analizzare il tuo approccio al lavoro.Durante lo sviluppo di un progetto, mi sono ritrovato in una situazione in cui l'attrezzatura del cliente generava troppo calore e dovevamo trovare un modo efficiente dal punto di vista energetico per raffreddarlo. I miei colleghi si sono immersi a capofitto nel problema. Hanno calcolato la quantità di calore generato, studiato i radiatori e preso in considerazione di utilizzare un sistema di raffreddamento che poi, però, ha creato più calore del primo dispositivo. A un certo punto qualcuno ha proposto di mettere l'attrezzatura all'esterno. Questa però non poteva essere un'opzione, poiché l'attrezzatura doveva essere protetta. Come abbiamo risolto il problema? “Soffiando” il calore verso l'esterno. All’inizio ci eravamo concentrati troppo e subito sull’obiettivo finale, ossia raffreddare l'attrezzatura; ma avremmo dovuto fare un passo indietro prima di realizzare l'approccio giusto. Spesso c'è una soluzione più semplice per affrontare il problema ed è davanti ai nostri occhi.
Ecco un altro punto cruciale per il successo di un progetto: privilegiare una comunicazione chiara e costante. Spesso si risolvono i problemi solo con una parola o una mail in più. Personalmente sono più felice quando un cliente mi dice di aver ricevuto più informazioni del necessario, che non il contrario. Capita che gli ingegneri più giovani e inesperti non vogliano disturbare il cliente – apprezzabile, ma spesso pericoloso. Non è semplice intercettare le persone, ed è proprio per questo che è importante discutere con il cliente sin dall’inizio la frequenza e il modo di inviare le comunicazioni e gli aggiornamenti sul progetto. Con l’esperienza ho imparato a chiedere sempre al cliente se preferisse comunicazioni settimanali, bisettimanali o mensili e, in base alle sue esigenze, ho poi definito un programma.
Durante la mia esperienza di ingegnere e revisore di progetti, ho capito che gli ingegneri non sbagliano mai i calcoli matematici, ma a volte sbagliano le ipotesi che fanno all'inizio di un progetto. Quasi ogni progetto inizia con un elenco di ipotesi. Spesso, gli ingegneri inseriscono delle ipotesi a inizio progetti, ma, se non verificate poi attraverso dei dati, possono diventare pericolose. Ad esempio: un cliente con sede in Ontario potrebbe chiederti di progettare qualcosa, e dopo averlo progettato per funzionare in Ontario, viene deciso che il progetto verrà realizzato in Arkansas. Oppure: un cliente ti chiede di progettare un magazzino e tu ne pianifichi uno senza tararlo su esigenze specifiche. In un secondo momento però scopri che il magazzino sarà dedicato a un deposito di fertilizzanti e per questo motivo avrà bisogno di specifiche di progettazione molto diverse. È vitale quindi mettere le ipotesi nero su bianco e illustrarle al cliente in fase preliminare, in modo da poter cogliere potenziali problemi fin dall’inizio. Sono i dettagli che fanno la differenza in un progetto.
Dalla mia esperienza in campo ho imparato un’altra cosa: cerca di avere accanto una persona competente e obiettiva, che possa dare un’opinione critica e distaccata sul progetto. Ci sono aziende che hanno delle divisioni dedicate solamente alle revisioni di progetti. In alternativa si può pagare un consulente esterno. Una cosa è certa: un secondo sguardo può individuare anche i più piccoli difetti, che però solo quelli che fanno la differenza tra un buon progetto e un progetto perfetto.
Tieni sempre a mente questi suggerimenti, molto probabilmente ti aiuteranno a costruire rapporti di fiducia con i clienti, oltre che dare una svolta alla tua carriera. I tuoi progetti potranno essere sempre più precisi e tarati sulle esigenze dei committenti. Inoltre, i clienti apprezzeranno il tempo impiegato per capire a fondo i loro desideri e le loro esigenze. Spero che questi cinque punti possano aiutare - in modo un po’ più pragmatico rispetto alle lezioni teoriche universitarie - i giovani ingegneri che si affacciano al mondo del lavoro.
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